Risk Assessment
RISK ASSESSMENT
In ambito di Valutazione del Rischio, il laboratorio si occupa di:
- Stesura di piani di analisi su misura, risk assessment sulla base di materiali, processo produttivo, destinazione d’uso e mercati di destinazione.
- Valutazione della conformità di migrazioni specifiche tramite calcolo e modellizzazione.
- Studio di simulanti worst case, calcolo del contenuto residuo. Risk assessment tossicologico.
- Ricerca di NIAS/IAS da oggetti destinati al contatto con gli alimenti.
- Le sostanze IAS – Intennionally added substances – sono sostanze aggiunte intenzionalmente, che potrebbero migrare dagli oggetti.
- Le sostanze NIAS – Non Intennionally added substances – sono sostanze non aggiunte intenzionalmente, che potrebbero migrare dagli oggetti


Ricerca di NIAS/IAS
Il Laboratorio ha maturato esperienza e competenza distintive nella ricerca di Nias/IAS da oggetti destinati al contatto con gli alimenti. Tali analisi vengono effettuate utilizzando le tecniche HS-GCMS, GC-MS e LC Q TOF, in modo da identificare composti volatili, semi volatili, e non volatili, polari e non polari, in linea con i principi analitici e scientifici di valutazione dei rischi riconosciuti a livello internazionale. Le prove di screening eseguite con tecnica GC-MS confrontano le quantità di analiti con standard interno, operando una valutazione semi quantitativa. Il riconoscimento qualitativo è operato tramite libreria NIST in dotazione allo strumento.
Lo screening operato con tecnica LC-Q TOF ad alta definizione, eseguendo analisi con ionizzazione positiva e negativa e diverse colonne cromatografiche, riconosce le sostanze polari e non volatili tramite un database sviluppato negli anni dal Responsabile di Laboratorio in collaborazione con Sciex, con l’Università di Pisa e l’Università di Firenze. Tramite tali softwares alcune sostanze riescono ad essere riconosciute se presenti nel database del laboratorio che possiede ad oggi circa 6000 molecole, altre vengono connotate da formula bruta. Per molecole identificate che non hanno un limite di legge, il laboratorio opera secondo logiche TTC.
L’approccio corrisponde a quanto deciso in commissioni tecniche internazionali (es. gruppo ILSI) e nella commissione tecnica dell’Istituto Italiano Imballaggio, che ha prodotto di conseguenza una linea guida ufficiale, la cui parte analitica è stata presentata a Milano il 16 dicembre 2016 dalla dott.ssa Vitulli.
Approccio worst case per la verifica delle migrazioni specifiche
Il Food Contact Center, per ridurre i costi relativi alla valutazione del rischio, propone la migrazione specifica di sostanze soggette a SML esclusivamente nel simulante chimicamente più affine al contaminante, poiché la migrazione nel simulante più severo copre anche la migrazione in altri simulanti, in linea con il Reg 10/2011, paragrafo 2.2. Approcci di screening, capoverso 2.2.4, e con la versione draft delle Linee guida prodotte dall’ente JRC sulle modalità di test.
Questo approccio permette un risk assessment sicuro e basato su evidenze scientifiche, oltre che ad un’importante riduzione di costo dei test e un controllo qualità sostenibile per le aziende.
Approccio UNTARGETED TARGETED

Secondo questo approccio, le prove di screening sono proposte con tecniche multiple al fine di verificare la presenza di sostanze soggette a restrizione (SML) o eventuali sostanze non intenzionalmente aggiunte (NIAS). Data la diversa natura chimica delle stesse sono necessarie tecniche analitiche ad HOC, nello specifico verranno utilizzate:
HS-GCMS, GC-MS e LC Q TOF, in modo da identificare composti volatili, semi volatili, e non volatili, polari e non polari, in linea con i principi analitici e scientifici di valutazione dei rischi riconosciuti a livello internazionale.
Ogni tecnica è complementare con l’altra, e permette una rivelazione di tutti i possibili contaminanti, come da linea guida del JRC sulle testing conditions per il food contact
Tramite deconvoluzione dei cromatogrammi ottenuti da tutte le prove di screening, come da schema sopra riportato, saranno verificate, utilizzando la tecnica appropriata: ftalati, additivi (antiossidanti, scivolanti, etc) monomeri e oligomeri, idrocarburi (Mosh&Moah), diisopropilnaftalene, Bisfenolo A, sostanze perfluorate o altre resine anti umido/grasso, componenti degli inchiostri e degli adesivi.
Le prove di screening eseguite con tecnica GC-MS confrontano le quantità di analiti con standard interno, operando una valutazione semi quantitativa. Il riconoscimento qualitativo è operato tramite libreria NIST in dotazione allo strumento; il confronto tra gli spettri di massa rivelati e quelli presenti nella libreria è espresso come probabilità percentuale di matching.
Le prove di screening eseguite con tecnica HPLC /QTOF invece riconoscono le molecole tramite utilizzo di un database sviluppato negli anni dal Responsabile di Laboratorio in collaborazione con Sciex, con l’Università di Pisa e l’Università di Firenze. Tramite tali softwares alcune sostanze riescono ad essere riconosciute se presenti nel database del laboratorio che possiede ad oggi circa 6000 molecole, altre vengono connotate da formula bruta.
Il laboratorio prevede anche uno screening di elementi inorganici, in linea con le logiche di valutazione del rischio.

Il 23-24 febbraio 2021 il Food Contact Center ha fatto parte di uno dei primi incontri della commissione tecnica che ha partecipato al workshop online ” Best pratice per identificare e quantificare sostanze migranti sconosciute da materiali a contatto con gli alimenti”, organizzato da ILSI Europe (Life Science Institute).
Food Contact Center partecipa all’expert group come unico laboratorio italiano.